Oggi scadono alla Camera dei Deputati gli emendamenti per la proposta di istituzione degli Osservatori faunistici regionali per l’attività venatoria.
Nei prossimi 10 punti cerco di spiegare il senso, la genesi e la gravità di questa proposta, che è figlia una volta ancora del mondo venatorio e della politica ad esso subordinata e che si lega alle “grandi manovre” della caccia italiana per recuperare il terreno perduto.
Leggete con attenzione.
1) La Direttiva Uccelli vieta categoricamente la caccia durante il periodo di riproduzione degli uccelli e durante la migrazione pre-riproduttiva (cioè quando gli uccelli cominciano ad abbandonare i luoghi di svernamento per raggiungere i luoghi di riproduzione).
Abbattere gli uccelli in questa fase è ancora più grave. Il danno biologico è pesante.
2) La Commissione europea ha definito le date di inizio della migrazione pre-riproduttiva in un documento che è comunemente chiamato “Kc”, il documento dei “Key concepts”.
3) Le date italiane sono state individuate da Ispra, mediante l’elaborazione di una mole enorme di dati, riassunti anche nel monumentale “Atlante italiano della Migrazione”.
La Commissione europea ha recepito queste date e le ha ufficializzate, chiedendo all’Italia, ovviamente, di rispettarle in modo rigoroso.
4) Per intenderci: la caccia ai turdidi e agli uccelli acquatici dovrebbe chiudersi al massimo tra la prima e la seconda decade di gennaio, quando i primi contingenti di uccelli (spesso composti dai migliori riproduttori) si spostano verso il nord.
5) Il mondo venatorio non ha mai accettato questa regola e ha provato, negli anni, a cambiarla.
Tuttavia, ogni tentativo di dimostrare che i dati di Ispra sono errati, è fallito.
I dati di Ispra sono corretti e solidissimi.
6) La bontà dei dati italiani è stata confermata anche dall’Atlante europeo della Migrazione, commissionato dal Ministero dell’Ambiente italiano, che anzi dimostra come ad essere “superficiali” sono probabilmente i dati (più permissivi) di altri paesi europei, tra cui la Francia.
7) E però, piuttosto che prenderne atto e adeguarsi, il mondo venatorio cosa fa?
Spinge i governi a fare pressione su Ispra affinché l’Istituto cambi i dati o quantomeno ammorbidisca i pareri sui calendari venatori.
Una pressione fortissima, al limite della legalità e forse oltre.
Una pressione che però, almeno ad oggi, fallisce anch’essa.
8) Così, si escogita un’altra soluzione ancora: cambiamo la legge 157, assegnando al Comitato tecnico faunistico nazionale gli stessi compiti di Ispra.
In questo modo (pensa il mondo venatorio), i pareri sui calendari venatori e magari anche sulle date scientifiche di migrazione degli uccelli li assegniamo anche al Comitato.
Non solo: dal Comitato escludiamo le associazioni ambientaliste, nonostante ciò che dice la legge, per rendergli la vita più facile.
9) Anche questa soluzione si rivela subito per ciò che è: surreale.
Quale competenza scientifica può mai avere il Comitato?
Nessuna.
Ed ecco allora la “nuova” idea: istituiamo gli Osservatori regionali!
In tal modo ogni regione potrà evitare di chiedere i pareri ad Ispra e chiederli all’Osservatorio regionale.
Cioè, a sé stessa!
10) Quest’ultima proposta rappresenta non soltanto un clamoroso conflitto di interesse (le regioni che si autogiudicano) e una chiara violazione costituzionale (la potestà della tutela della biodiversità è in capo esclusivamente allo Stato), ma anche un nonsenso scientifico: cosa c’entra il livello regionale con popolazioni, specie, abitudini e movimenti (quelli degli uccelli migratori) che hanno una portata nazionale ed anzi chiaramente internazionale?
Ecco, questo è il punto in cui siamo oggi, con l’Italia, peraltro, sotto inchiesta europea.
Il mostro tecnico-giuridico che stanno creando è abnorme.
E’ un mostro che porterà ad una serie di conseguenze molto gravi tra cui, senza dubbio, una procedura di infrazione.
Tutto ciò al solo fine di assecondare una minoranza al crepuscolo, quale quella venatoria, che tuttavia continua ad esercitare “fascino” e potere verso amministrazioni e istituzioni. Una cosa preoccupante al di là degli aspetti di merito.
Per parte nostra, il dossier di denuncia europea si arricchisce.
Intanto, abbiamo impugnato il decreto istitutivo del Comitato tecnico venatorio e altre cose impugneremo e faremo.
Non si illudano, non l’avranno vinta.
(Post di Danilo Selvaggi, pubblicato con questo titolo il 4 dicembre 2023 sulla sua pagina facebook)