Pronti a bloccare le procedure in autotutela se si dovessero riscontare problemi nell’istruttoria.
Torna sotto i riflettori l’ex clinica privata Villa Bianca, al Nemorense.
In attesa di vedere cosa dirà il Tar del Lazio domani, mercoledì 18 ottobre, ha parlato dell’attuale situazione l’assessore all’urbanistica di Roma Capitale, Maurizio Veloccia.
Quest’ultimo ha assicurato come gli uffici stiano ripercorrendo con attenzione i procedimenti che hanno portato alla positiva chiusura della conferenza dei servizi che ha autorizzato la realizzazione di nuovi appartamenti da parted ella Green Stone Sicaf Spa all’interno dell’area.
L’ex clinica Villa Bianca
Parzialmente demolita nel 2006, dopo essere stata chiusa ad inizio 2000, l’ex clinica era un punto di riferimento dei vip romani.
I lavori, però, si erano interrotti nel 2008 e, da quel momento, l’area era stata praticamente abbandonata.
La società proprietaria dell’area, la Green Stone Sicaf Spa, aveva ottenuto la variante urbanistica che a lungo le era stata negata dal Comune e che grazie al Piano Casa regionale ha potuto sbloccare cominciando a lavorare sul cantiere.
Lavori che prevedono la realizzazione di due palazzine da 6 piani, 144 appartamenti di cui 48 in housing sociale più alcuni esercizi commerciali.
Ed è proprio da questa variante che i comitati, ma anche il Pd locale, sono partiti per bloccare l’opera.
Ricorso al Tar
Il 30 agosto 2023 il comitato Villa Bianca ha deciso di rivolgersi al Tar del Lazio per bloccare i lavori che, secondo i ricorrenti, andrebbero a causare più traffico, sempre meno parcheggi, meno verde, aumento dell’inquinamento e della densità demografica.
In una nota, diramata il 15 ottobre da PD Trieste Salario (Vittorio Mallozzi), Associazione Amici di Villa Ad,a Associazione Artù, Associazione Carteinregola, Associazione Salviamo i Pini di Corso Trieste, Cittadinanzattiva Assemblea territoriale Nomentano – Trieste, Comitato Amici di piazza Verbano, Comitato “Salviamo Villa Paolina di Mallinckrodt”, Comitato Villa Blanc, Italia Nostra Roma, SAP Silvicultura Agrocultura Paesaggi, sono stati ribaditi i motivi dei “no” ad un intervento che aumenterebbe del 300% il cemento nella zona.
53 mila metri cubi che i comitati giudicano “spropositati” e “già in corso di realizzazione”.
Ritengono, poi, “che nell’iter autorizzativo non si sia tenuto conto a sufficienza dei criteri di una ‘buona urbanistica’, al di là dei formalismi normativi, del rispetto di norme, che si sono rivelate stravolgenti della disciplina urbanistica”.
Mani avanti
In una nota diramata alla stampa, sembra quasi che l’assessore Veloccia stia mettendo le mani avanti.
Del resto, anche il Pd locale, ma anche altri esponenti dem dell’assemblea capitolina, non sono favorevoli, per usare un eufemismo, ai lavori previsti per l’ex clinica.
Da una parte c’è, appunto, il ricorso al Tar.
Dall’altra le verifiche degli uffici: “Ho richiesto da subito agli uffici massima attenzione nel ripercorrere tutto il procedimento istruttorio che ha portato nel 2020 alla chiusura positiva della conferenza dei servizi da cui poi è scaturito, nel 2022, il permesso di costruire in questione – ha spiegato l’assessore – ovviamente, qualora emergessero elementi che mettessero in discussione la correttezza dell’istruttoria a suo tempo fatta, do per scontato che gli uffici interverrebbero in autotutela”.
Al Tar, inoltre, “Comune e Regione porteranno le proprie valutazioni circa il percorso amministrativo che negli anni scorsi ha portato alla conclusione positiva della conferenza dei servizi“.
(Articolo di Matteo Torrioli, pubblicato con questo titolo il 17 ottobre 2023 sul sito online “Roma Today”)