Gli spalti del Flaminio
Il palazzetto dello sport di viale Tiziano è finalmente tornato in funzione.
Ma c’è un altro impianto nel quartiere che attende da anni di essere riqualificato: il Flaminio.
Due mesi per decidere il futuro del Flaminio
Dello stadio, è tornato a parlare l’assessore capitolino allo sport Alessandro Onorato.
In merito al suo recupero ha ricordato che, attualmente, “ci sono tre fronti aperti” precisando subito dopo che “adesso è arrivato il momento di stringere: entro i prossimi due mesi una di queste tre soluzioni arriverà a dama”.
Le reali condizioni del gioiellino progettato da Antonio e Pier Luigi Nervi sono emerse, in maniera del tutto evidente, durante l’ultimo sopralluogo organizzato, lo scorso giugno, dalla commissione sport di Roma Capitale.
In quell’occasione è stato possibile visitare la struttura e verificare le conseguenze del prolungato inutilizzo.
L’ossidazione delle balaustre in ferro, i vetri rotti, le scritte vandaliche, i cancelletti divelti, le piante infestanti e l’edera, cresciuta addirittura tra gli spalti, hanno mostrato con efficacia l’avanzato stato di degrado che caratterizza l’opera che, oltre al rettangolo di gioco, ospitava anche una palestra per la scherma ed una piscina.
Le attuali condizioni del Flaminio
Il degrado generale, per fortuna, non è tale da far rischiare il crollo della struttura, è stato spiegato dagli ingegneri che, lo scorso giugno, avevano preso parte alla commissione.
“Però sicuramente c’è un tema di sicurezza che va tenuto in considerazione – era subito stato sottolineato – perché non possiamo permetterci un orizzonte temporale troppo lontano”.
Questo orizzonte, secondo l’annuncio fatto dall’assessore Onorato, è piuttosto contenuto: due mesi.
Le tre strade percorribili
Ma quali sono i tre fronti aperti?
Uno è sicuramente quello che interessa i tifosi biancocelesti.
“Con la Lazio, e saremmo ben lieti se il presidente Lotito volesse presentare una proposta di investimento: sarebbe la casa perfetta per la tifoseria e la storia biancoceleste” ha dichiarato Onorato.
In secondo luogo “c’è la proposta di Cassa Depositi e Prestiti, presentata ma mai ufficializzata”.
E quindi, queste prime due opzioni, sono più teoriche che reali, o quantomeno non sono state ancora formalizzate.
La terza strada è quella che chiama in causa il governo. E non per la prima volta.
“Vedo una grande disponibilità della Soprintendenza statale e al Governo dico che lo stadio è inserito nel dossier per gli Europei di calcio del 2032.
Oltretutto c’è grande collaborazione anche con il presidente della Figc, Gabriele Gravina” ha ricordato Onorato.
Quindi “se arrivano fondi straordinari per la riqualificazione, il Comune è pronto a fare la sua parte”.
I vincoli superabili
In passato, chi si era accostato all’idea di rilanciare il Flaminio, era stato frenato dall’esistenza dei vincoli che, un impianto storico del genere, chiaramente comporta.
“Ci sono i vincoli della Soprintendenza statale e della Sovrintendenza comunale” ha riconosciuto l’assessore Onorato “ma oggi è possibile superarli”.
La legge sugli stadi potrebbe, in questo caso, venire in soccorso.
“Dobbiamo assumere una consapevolezza: o c’è la volontà di recuperare le strutture abbandonate da 15 anni, oppure nessuno potrà poi accampare pretese” ha concluso Onorato.
Il messaggio comunque, ancora una volta, è arrivato.
Non si può aspettare ancora per decidere il destino del Flaminio.
La speranza è che, l’ennesimo ultimatum, non cada nuovamente nel vuoto.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 15 ottobre 2023 sul sito online “Roma Today”)