Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Dal blog di Italia Nostra apprendiamo che in Italia si stanno esaminando ben 517 progetti eolici, in maggioranza previsti lungo i crinali appenninici e le coste, 264 impianti fotovoltaici di grandi dimensioni, in maggioranza previsti su terreni agricoli e altri 195 impianti agrovoltaici.
Una enormità, ma solo una parte di quanto si vuole realizzare in nome della transizione energetica.
Siamo alla follia climatica.
A questa china, pericolosa per l’ambiente naturale e agricolo sopravvissuto all’ uso e al consumo di suolo, stanno dando il loro contributo i vertici del FAI e di LEGAMBIENTE.
Il loro slogan “sì alle rinnovabili senza se e senza ma” lo trovo, alla luce della storia urbanistica del bel paese (il più accondiscendente agli interessi della speculazione immobiliare) uno slogan arrogante, tecnocratico, opportunista, diseducativo e semplificatore di una transizione ecologica vera, profonda e non solo energetica, per il quale passa, attraverso una pericolosa scorciatoia dialettica, un messaggio tranquillizzante: occupando “ad libitum” (senza se e senza ma) il suolo con pale eoliche e pannelli fotovoltaici potremo continuare a spendere e spandere, consumare come e più di prima.
Uno slogan in contrasto con gli obiettivi di una vera transizione ecologica, basti pensare a come il suolo sia il più grande serbatoio di CO2, tanto che, una volta catturato, il carbonio rimane intrappolato nel suolo centinaia di migliaia di anni, una qualità di “stoccatore di carbonio” superiore addirittura a quella della vegetazione (Paolo Pileri, Che cosa c’è sotto, Altreconomia).
La strategia energetica dei grandi impianti su suolo agricolo, inoltre, marginalizza l’apporto delle “comunità energetiche” formate da singoli cittadini, famiglie, aziende che utilizzano le superfici artificiali di loro proprietà per produrre energia pulita.
In altri paesi si stanno studiando misure che non comportino il consumo di suolo.
In Svizzera l’idea allo studio è quella di installare pannelli lungo le autostrade o di ricoprire la carreggiata di tratti autostradali con pannelli fotovoltaici:
https://www.swissinfo.ch/ita/scienza-tecnica/pannelli-solari-autostrade-svizzera-energia/47241520.
Lo stesso sta facendo l’Olanda:
La Francia vuole coprire di pannelli fotovoltaici le aree per la sosta delle auto con più di 80 posti:
In Francia si stanno studiando anche modalità per ridurre le emissioni.
La Francia, una volta constatato come l’aereo sia il mezzo più inquinante, con 254 g/km di CO2 per passeggero per chilometro percorso per le tratte più brevi – sotto le 2 ore – e 195 g/km di CO2 per quelle più lunghe, ha inserito nella legge “Climate et Résilience” una norma che vieta i voli domestici laddove esiste una soluzione in treno inferiore alle 2 ore e 30 minuti e sta studiando di espandere questa norma anche ai voli privati di vip, figli di.., politici, star del cinema.
Il tantissimo che si può fare prima di dover consumare suolo agricolo e che deve accompagnare una vera “transizione ecologica”, non solo energetica, deve riguardare lo stile di vita e l’economia dei prossimi decenni, improntati alla mitigazione degli effetti certi dell’aumento della temperatura che si riverbererà su vasti territori del pianeta e sulle condizioni di vita di vaste popolazioni, il restauro ecologico degli habitat e la riforestazione del pianeta, l’affermarsi di una economia circolare (non possiamo continuare a consumare risorse naturali per produrre in una corsa senza fine beni di consumo e tecnologici aumentando la quantità di rifiuti da smaltire), il risparmio energetico di edifici pubblici e privati e di eventi pubblici e privati, la riduzione delle emissioni, la riduzione degli sprechi consumistici pubblici e privati, l’utilizzo, per produrre energia, delle superfici già impermeabilizzate che non hanno alcuna funzione ecosistemica anti climalterante.
In Italia l’Ispra indicava in 3500 km2 la superficie dei tetti degli edifici al di fuori dei centri urbani dove sarebbe possibile installare impianti fotovoltaici, utilizzando tra i 700 e i 900 km2 di tali superfici e che permetterebbero di raggiungere una produzione di energia pulita tra 59 e 77 GW, il doppio di quanto previsto dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 (PNIEC).
In Italia, proprio perché siamo la nazione più cementificata d’Europa, la potenza installabile anche in aree di parcheggio, in corrispondenza di alcune infrastrutture, in aree dismesse o in altre aree impermeabilizzate sarebbe notevole e senza consumare suolo.
Schiavon Dante