“Alt! Fermi tutti! Stop the press!… Ci siamo sbagliati!” pare abbiano detto la dirigente del Dipartimento Tutela Acque della Città metropolitana, Paola Camuccio, ed il suo RUP, Daniele Bernardini (solo omonimo del Giovanni Bernardini amministratore di Ambiente Guidonia), quando hanno ricevuto la comunicazione dall’azienda cerroniana che l’uso del pozzo NP05 – previsto per l’emungimento di acqua di falda per uso industriale, annaffiamento ed uso umano all’interno del
TMB, ma giudicato inadatto dagli stessi uffici di CMRC il 22 settembre 2022, in quanto compromettente la bonifica della discarica e da sottoporre all’autorizzazione da parte della ASL – era stato superato dall’attivazione di un’alternativa al problema, fornita dalla stessa società.
La comunicazione dell’azienda era stata per giunta inviata ben prima che la Prefettura comminasse l’interdittiva antimafia il 14 ottobre scorso ma, guarda caso, era stata mandata ad un indirizzo errato: potremmo definirlo un “classico dei classici”, in faccende oscure come questa…
In cosa consiste questa revoca in autotutela è presto detto: la società del TMB, Ambiente Guidonia (interdetta), ha bisogno di acqua per l’attività dell’impianto e se ne dovrebbe fornire attraverso l’emungimento di un pozzo di sua proprietà (esterno al polder costruito dall’interdetta Eco Italia 87 srl, ma ricadente nella rete piezometrica della caratterizzazione della discarica adiacente).
Quest’ultima società, invece di curarsi della bonifica della discarica di cui essa è responsabile, corre in soccorso alla richiesta della società del TMB (“siamo tutti una famiglia” paiono dire) e accetta di fare un altro pozzo, cosiddetto di compensazione, all’interno del polder piazzato intorno agli invasi, ma che non ha nulla a che vedere né con la caratterizzazione in corso dal 2011 né con le attività di messa in sicurezza d’emergenza, ad oggi tra l’altro ancora non definita.
In estrema sintesi, i dirigenti della CMRC hanno stabilito di subordinare il procedimento di bonifica della discarica (che dovrebbe essere il primo interesse pubblico da perseguire) alla messa in esercizio del TMB, il tutto a soccorso dell’emergenza perenne di Roma.
Tutto questo è in ossequio all’Ordinanza del bisindaco e con un netto e chiaro interesse esclusivo per i problemi di Roma ed a grave discapito del territorio della ex provincia, in particolare Guidonia Montecelio e Fonte Nuova.
Questi sono i fatti reali seppur inverosimili che il neonato Gruppo Gualtieri-Cerroni sta compiendo all’Inviolata ed inoltre, per coprirsi dei loro peccati, i novelli sposi scaricano la responsabilità di tutto ciò agli enti competenti all’interno della Conferenza dei servizi sulla bonifica della discarica, procedimento in capo al Comune di Guidonia Montecelio.
Quest’ultimo potrebbe comunque, essendo fornito di legittimi strumenti amministrativi per opporsi a questa “porcata”, assumere decisioni in merito, possibilmente prima dell’imminente collaudo del TMB.
La “dolce forza di persuasione” dell’ormai consolidato Gruppo Gualtieri-Cerroni (com’è noto, ben attivo, oltre che all’Inviolata di Guidonia, anche nell’area di Albano, a suon di ormai ridicole Ordinanze mensili, mentre nella medesima zona, a Santa Palomba, il bisindaco di Roma Capitale e di Città Metropolitana ha previsto un megainceneritore) è riuscito così a far revocare in autotutela, caso quasi unico, una Determina della dirigente Camuccio che impediva l’avvio dell’impianto TMB.
Sembra di essere tornati a quando, intorno al 1990, le aziende di Cerroni, ancora non interdette per probabile contiguità alla mafia, godevano della copertura politica regionale grazie al democristianissimo Rodolfo Gigli ed al socialaffarista Bruno Landi, che firmavano ordinanze a raffica – anche della durata di un mese – per permettere l’utilizzo smodato ed illegittimo degli impianti di Cerroni (alla discarica di Guidonia vennero conferiti rifiuti da ben 151 comuni del Lazio!), seguiti a ruota da altri oscuri personaggi come il “verde” Giovanni Hermanin o il “federale” Francesco Storace.
Ma il matrimonio tra il bisindaco inceneritorista Roberto Gualtieri ed il sempreverde Manlio Cerroni (96 anni appena compiuti), nonostante i guai giudiziari, è stato celebrato nella sala nobile della Prefettura romana il 12 ottobre passato.
Quel giorno ed in quel luogo è stato firmato il contratto tra AMA spa ed Ambiente Guidonia srl per conferire i rifiuti romani nel TMB di Guidonia (dotato di
AIA originaria illegittima, secondo una sentenza definitiva del Tribunale di Tivoli del giugno 2020), con il prefetto Matteo Piantedosi officiante.
Ma la cosa più curiosa è che, due giorni dopo, il 14 ottobre, lo stesso Piantedosi ha attribuito alla medesima Ambiente Guidonia la patente di interdizione
dall’avere rapporti con le pubbliche Amministrazioni a causa della probabile contiguità mafiosa.
Con un altro atto, ma lo stesso giorno, il prefetto-ministro ha nominato due commissari per gestire formalmente gli interessi di Ambiente Guidonia e, oltre all’ex magistrata Augusta Iannini, è stato deciso che si occuperà direttamente della società anche il prof. Tiziano Onesti che è legato strettamente agli interessi di AMA spa di cui è stato consulente: bel regalo dell’ex prefetto al Gruppo Gualtieri-Cerroni (ma si può leggere anche AMA-Ambiente Guidonia).
Vale qui la pena di ricordare che nel 2017 il Consiglio di Stato aveva confermato in via definitiva l’interdittiva al Consorzio Laziale Rifiuti (presieduto dal Cerroni) e che le associazioni del CRA avevano segnalato alla Regione ed al Consiglio dei ministri alla fine dello stesso anno la volturazione fittizia dell’AIA del TMB da COLARI al suo ramo d’azienda Ambiente Guidonia, senza ottenere l’attenzione della dirigente regionale Flaminia Tosini (finita poi agli arresti) né quella del
premier Paolo Gentiloni, entrambi del Pd.
Ed è stato solo all’inizio del 2022, il 27 aprile, che, su sollecitazione scritta del 28 febbraio da parte delle stesse associazioni, il nuovo dirigente regionale dell’area AIA e dell’area VIA, Vito Consoli, ha richiesto lumi al prefetto Piantedosi circa la “chiacchierata” Ambiente Guidonia.
Gli ispettori dell’Antimafia hanno depositato in Prefettura la loro relazione il 21 giugno.
Partiva, nel frattempo, la nomina da parte del premier Draghi di Gualtieri come Commissario straordinario per il Giubileo del 2025 (nel 1999, la struttura del Commissario per il Giubileo restò in carica, con poteri straordinari e con persone differenti, fino al 2008!).
Il 13 luglio, Piantedosi convoca Ambiente Guidonia per sentire le sue ragioni.
Il 20 luglio – ma come sindaco di Città metropolitana – Gualtieri si inventa così l’Ordinanza urgente ed emergenziale per cercare di far saltare il catenaccio che teneva chiuso il TMB di Guidonia, imponendo come necessario il contratto tra AMA ed Ambiente Guidonia.
Gualtieri viene ricevuto in Prefettura il 25 luglio ed il 28 avviene la riunione con tutti gli interessati (AMA, Ambiente Guidonia, Gualtieri, prefetto e altri).
Il prefetto prende tempo, nonostante l’art. 94 del Codice Antimafia conceda 15 giorni per prendere la decisione interdittiva, ma è pressato dal direttore regionale Consoli che pretende, giustamente, il 5 agosto, una risposta al quesito di quattro mesi prima.
È uno psicodramma, apparentemente, ma, appena il noto contratto è pronto, si celebra in ottobre il matrimonio suddetto e, due giorni dopo, l’interdittiva è comminata all’azienda di Cerroni, con un sospiro di sollievo dei partecipanti al festino nuziale: i rifiuti romani possono andare nel TMB di Guidonia!
Il ritardo della decisione prefettizia, si dirà, è coperto dall’ambito discrezionale del futuro ministro, mentre l’onore dei freschi sposi è salvo.
Resta, parrebbe, la questione della strada da attraversare – la supervincolata Via dell’Inviolata, di proprietà provinciale ma gestita dall’Ente Parco regionale dei Monti Lucretili, perché facente parte dell’area protetta naturale archeologica regionale dell’Inviolata di Guidonia – ma chi dovrebbe rivendicarne la tutela (il Parco Lucretili e la Soprintendenza) ha dato ampia dimostrazione di non voler scendere in battaglia, redigendo ingiustificati ed improponibili permessi a CMRC per compiere disastrosi lavori di manutenzione della strada, esplicitamente finalizzati a permettere il transito dei camion dell’AMA In attesa che la ASL produca il suo scontato assenso all’utilizzo dell’acqua dei pozzi che pompano dalla falda inquinata; visto il dietrofront ridicolo del Dipartimento Tutela Acque di CMRC
che ha revocato la propria Determina di settembre; rilevata la pallida opposizione di Soprintendenza ed Ente Parco (ma anche della “legalista” Amministrazione guidoniana); visti i tempi lunghi della “giustizia” amministrativa (molteplici ricorsi sono tuttora aperti) e penale (un processo si apre prossimamente), condita con la depenalizzazione dell’abuso d’ufficio, resta la speranza che la pervicacia delle associazioni e dei cittadini del territorio contro l’illegittimo impianto TMB si
trasformi in solida e determinata opposizione sul terreno.
RESPINGIAMO IL DIKTAT DI GUALTIERI IN COMBUTTA CON CERRONI!
NO AI CAMION AMA NELL’AREA PROTETTA DELL’INVIOLATA!
GIU LE MANI DAL PARCO DELL’INVIOLATA!
LE MINACCE NON CI FANNO PAURA !
Comitato per il Risanamento Ambientale