Da Giandaniele Giampaoli, referente nel XV Municipio di Europa Verde e del coordinamento dei Comitati “No al Biodigestore OsteriaNuova/Cesano” riceviamo e pubblichiamo lo stato dell’arte sulla vicenda.
“Continuano le manovre di AMA sul terreno espropriato alla Società Agricola SATA in via della Stazione di Cesano, area scelta dal Comune di Roma per la costruzione di uno dei due Biodigestori da 100mila tonnellate/anno voluti dal Sindaco e Commissario Straordinario Roberto Gualtieri per soddisfare la necessità di trattare la frazione organica prodotta da circa un milione di romani.
L’impianto dovrebbe essere pronto per il Giubileo del 2026, per questo motivo è parte integrante del nuovo piano di gestione dei rifiuti di Roma Capitale 2022 /2030.
I fondi PNRR
I due Biodigestori di Osteria Nuova-Cesano e di Casal Selce, superato un primo importante step, ottengono via libera al finanziamento tramite fondi PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) perché pienamente compatibili alle linee guida dettate dalla comunità europea in materia di finanziamenti destinati alla costruzione di impianti di recupero energetico legati alla transizione ecologica.
Il contenuto di una dicitura riportata nelle linee guida europee faceva sorgere dei solidi dubbi che però sono stati fugati.
Il principio dnhs diceva che “un’attività economica non deve determinare un maggiore impatto negativo al clima attuale e futuro, sull’attività stessa o sulle persone, sulla natura o sui beni”.
Il futuro dei biodigestori dopo il via libera
Ammessi tra gli impianti indicati nella graduatoria provvisoria del Comune di Roma per ottenere finanziamenti del PNRR, i progetti per i due Mega-Biodigestori da 100mila tonnellate/anno (a cui ne vanno aggiunte altre 20mila di sfalci, potature e altro materiale strutturante necessario al funzionamento di questo tipo di impianti) hanno superato il primo ostacolo e otterranno in definitiva circa 80 milioni di euro dal PNRR.
Questo è quanto annunciato l’11 ottobre scorso dall’assessora capitolina all’Ambiente Sabrina Alfonsi nel corso della seduta di commissione capitolina presieduta da Giovanni Caudo.
I Comitati e le associazioni dei due territori, la politica locale e anche altri esponenti istituzionali a diversi livelli e di diversa appartenenza politica, si dicono da sempre contrari a tutto ciò.
Tuttavia, le loro iniziative e argomentazioni vengono ignorate nel merito dal Campidoglio.
Intanto sul sito di Osteria Nuova-Cesano
Su via della Stazione di Cesano sono iniziati da pochi giorni degli scavi di accertamento archeologico.
Si tratta di lavori volti alla ricerca di eventuali reperti sommersi che proprio in quella zona, secondo le ricostruzioni storiche della Soprintendenza, dovrebbero essere ancora presenti e cospicui.
Le osservazioni dei Comitati in ambito ‘Verifica ambientale Strategica’
Il Biodigestore di Cesano è un’opera gigantesca ed impattante per il territorio, gridano i Comitati del NO.
La viabilità è già al limite del collasso e non consente di sicuro un ulteriore appesantimento dovuto alla circolazione di ulteriori mezzi pesanti.
Questa zona è già interessata da molteplici attività, scrivono nelle osservazioni inviate a Città Metropolitana di Roma Capitale (l’ex Provincia).
Vivere in queste condizioni è già impossibile oggi, figuriamoci con l’ennesimo mega impianto in zona quali conseguenze potremmo subire ancora.
Osteria Nuova e Cesano hanno già dato
Importanti e impattanti sono gli impianti ospitati dal territorio, sottolineano i Comitati.
Su tutti, il deposito Nazionale e stoccaggio di rifiuti radioattivi della Nucleco all’interno del centro Enea Casaccia, attività da cui i cittadini di zona percepiscono formule compensative annuali a ristoro della continua esposizione, al rischio contaminazione.
Non da meno la presenza imponente delle antenne della Radio Vaticana e del suo enorme impatto elettromagnetico.
Ancora in zona e anche nel comune limitrofo di Anguillara la cittadinanza subisce la presenza di differenti grandi siti estrattivi di Basalto, (roccia di origine vulcanica molto presente in zona), con il suo indotto di mezzi pesanti a seguito, che inevitabilmente satura e congestiona la viabilità locale contribuendo sensibilmente al decadimento della qualità della vita.
In ultimo, ma solamente in ordine di citazione, il mega depuratore delle acque reflue dei comuni lacustri, il cosiddetto CO. BIS di proprietà ACEA, opera imponente affiancata da un altro segmento industriale, il potabilizzatore delle acque, insistenti entrambi nello stesso quadrante a poche centinaia di metri dal sito scelto per il Biodigestore.
Insomma ce n’è abbastanza per non volere un’altra presenza ingombrante che peraltro comporterebbe, come effetto indotto, un via vai quotidiano di mezzi pesanti in un’area in cui la viabilità è ferma a decenni fa.
L’Hydrogen Valley e la Lithium Valley
Nel frattempo…
Sono stati già opzionati più di 1000 ettari di terreno d proprietà Enea Casaccia (a Osteria Nuova) per la costruzione di un grande impianto sperimentale che produrrà e stoccherà idrogeno sotto pressione ottenuto da rifiuti organici.
E’ in corso da mesi uno studio esplorativo utile a confermare la presenza di litio in un’area di oltre 2000 ettari che sono stati opzionati da una società estrattiva di tale materiale.
Tale terreno si trova nella stessa area interessata da tutti gli altri impianti già citati.
Le barricate dei Comitati
Forti anche del documento votato all’unanimità dal Consiglio straordinario del Municipio XV riunitosi lo scorso 18 febbraio col quale si esprime parere negativo alla realizzazione dell’impianto, cittadini, comitati e associazioni di zona sono al lavoro per scendere in campo con vigore contro tutte queste situazioni che sembrano condannare il quadrante a subire queste irrimediabili violenze ambientali.
Ora cominciamo con il No al Biodigestore”, conclude Giandaniele Giampaoli.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 31 ottobre 2022 sul sito online “Roma Today”)