“Sì riqualificazione, no cementificazione”.
E’ questo lo slogan del Comitato Colli d’Oro che da dieci anni si batte contro la realizzazione di un palazzetto dello sport all’interno del parco di Labaro.
Naufragato il vecchio progetto di Casa Lazio, in mezzo alla “pineta” del quartiere è rimasto solo uno scheletro di cemento e ferri arrugginiti.
L’ecomostro giace li ormai dal 2012.
In due lustri nessuna possibilità di raderlo al suolo e ripristinare il verde, né quella di un progetto di recupero.
Dal Pnrr 14 milioni di euro per rigenerare l’ecomostro
Ora il Comune vorrebbe rigenerare l’area utilizzando i fondi del Pnrr.
A Labaro potrebbero arrivare oltre 14 milioni di euro per realizzare un palazzetto dello sport da mille e cinquecento posti, 3.700 mq di superficie in tutto.
Un impianto sportivo, si legge nel prospetto pubblicato dal comune, che “renderà il quartiere un centro di riferimento per quelle discipline sportive che a livello agonistico ad oggi faticano a trovare spazi adeguati nella capitale”.
Una nuova casa per le squadre di serie A di calcio a 5, per quelle di A2 di pallavolo e per il basket della categoria silver.
Fuori 2800 mq per le discipline outdoor come crossfit, percorso vita, skate park e mountain bike.
Le criticità intorno al palazzetto di Colli d’Oro
“Un progetto sovradimensionato per le reali esigenze del nostro quartiere, anche come previsione di spesa” – tuona il comitato.
A preoccupare una parte dei residenti la possibilità che, nonostante i piazzali già a disposizione nei dintorni, possa essere realizzato un parcheggio da 350 posti auto che costringerebbe la zona a rinunciare a parte dell’area giochi.
Ci sono poi le criticità legate a mobilità e traffico con conseguente aumento dell’inquinamento atmosferico.
Anche i “boati” durante le partite, per discipline che a dire il vero di rado fanno registrare il pienone, spaventano i contrari al progetto “dato che l’area in questione è una vallata in mezzo alle abitazioni dove ogni suono risulta amplificato”.
Un’area non idonea “perché anche dieci anni fa – spiega il comitato – emerse il rischio idrogeologico.
Essendo il territorio un declivio naturale di raccolta delle acque piovane, una maggiore impermeabilizzazione del suolo metterebbe a rischio alluvione la zona a valle”.
Il contro-progetto del comitato Colli d’Oro
Da qui la bocciatura del progetto con il quale il Campidoglio vorrebbe accedere ai fondi del Pnrr e la presentazione di una proposta alternativa.
Il Comitato Colli d’Oro vorrebbe un intervento di recupero nella sola ex area di cantiere: il sito del mostro incompiuto “ormai compromesso con la cementificazione e l’abbattimento di 48 alberi ad alto fusto avvenuto 10 anni fa, che comunque, e purtroppo, è un’area di tutto rispetto di circa 4800 mq circa”.
Partire da li per portare avanti un progetto di riqualificazione eco-sostenibile “evitando ulteriori cementificazioni”, e quindi la realizzazione di un impianto sportivo polivalente all’aperto che consenta l’utilizzo da parte di un’utenza più variegata possibile e permetta ai giovani di fare sport in mezzo al verde.
Intorno zona relax nella “pineta” per lo studio, la lettura e la socializzazione di quartiere con arredi urbani in legno.
Il Comitato chiede anche il ripristino del passaggio pedonale preesistente che collegava i due quartieri di Labaro e Prima Porta “e che, peraltro, è necessario come via di fuga in caso di inondazioni della zona a valle”.
Labaro, il quartiere che non vuole rinunciare all’oasi verde
“La nostra proposta di progetto, adeguata alle reali esigenze del nostro quartiere – ne è convinto il Comitato – costerebbe solo un piccolo investimento economico senza dover accedere ai fondi del Pnrr. Tale spesa potrà essere a carico del Comune di Roma, aiutato anche – è l’idea – da una raccolta pubblica di crowdfunding”.
“L’area di verde pubblico del Parco del Labaro (Colli d’Oro) è un’oasi di pace ed è il polmone verde di Labaro/Prima Porta, in quello che resta uno dei quartieri più vivibili di Roma. La preservazione di tale area – incalza il Comitato – è un dovere che tutte le amministrazioni dovrebbero sentire come imperativo quando si gestiscono i beni pubblici.
C’è un’incompatibilità di fondo tra costruire impianti sportivi in aree verdi e farlo senza togliere un metro quadrato di verde, come assai arditamente viene propagandato nel progetto.
Incompatibilità che diventa dirompente quando gli spazi, che si vorrebbero assegnare per tali costruzioni, sono all’interno di un parco pubblico, in ciò che resta ancora verde pubblico”.
Le tappe per la realizzazione del palazzetto
Le tappe per l’eventuale realizzazione del palazzetto dello sport con i fondi del Pnrr sono ancora molte e serrate.
Entro il 15 dicembre si dovrà arrivare al perfezionamento del Pfte (Progetto di fattibilità tecnica economica) e al caricamento sul sistema informatico del dipartimento della presidenza del consiglio.
Entro fine marzo 2023 dovrà avvenire l’aggiudicazione dell’appalto per l’affidamento dei lavori con il completamento dell’intervento previsto entro il 31 gennaio 2026.
(Articolo di Sara Mechelli, pubblicato con questo titolo il 18 ottobre 2022 sul sito online “Roma Today”)