Uno striscione contro l’impianto di Casal Selce
Il primo step è stato superato.
I progetti per i due biodigestori anaerobici di Casal Selce e Cesano sono stati ammessi ai finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
I due biodigestori
I progetti, presentati da Ama, devono superare un ulteriore passaggio.
Quindi resta ancora possibile centrare l’obiettivo dell’attuale amministrazione che, come già annunciato dal sindaco Gualtieri, punta ad avviare i cantieri entro il 2023.
Questo, in sintesi, è quanto l’assessorato all’ambiente ha reso noto alla commissione Pnrr che si è svolta nella giornata dell’11 ottobre.
“Nella graduatoria provvisoria pubblicata i nostri impianti sarebbero stati finanziati.
Ora si svolgerà la seconda parte del controllo sull’ente che ha presentato la domanda (l’Ama ndr) – ha spiegato l’assessora Sabrina Alfonsi – e poi ci sarà la graduatoria definitiva.
Nel frattempo sono stati presentati i progetti in regione per le autorizzazioni e la regione a sua volta li manderà al commissario perché effettivamente sarà lui ad autorizzarli”.
Il commissario in questione, nominato lo scorso maggio, è il sindaco di Roma.
I fondi per gli impianti progettati da Ama
Gli impianti su cui l’amministrazione sta puntando, hanno una capacità complessiva di 200mila tonnellate di rifiuti.
Per realizzarli il Campidoglio punta sulle risorse di Ama, che dovrà investirvi circa 38 milioni, ma soprattutto sui fondi del PNRR, da cui si attende un finanziamento da 80 milioni.
Trattandosi di fondi PNRR, c’è un limite temporale entro il quale impiegare le risorse: la fine di marzo del 2026.
Rispetto a quella scadenza, “se riusciamo ad avere la conferma del finanziamento entro la fine del mese non ci sarà un grande rallentamento” ha chiarito Alfonsi.
Ci sono dei nodi da affrontare però.
“L’assessora Segnalini ha fatto dei rilievi sulle strade circostanti perché i progetti – ha chiarito Alfonsi – devono tenere conto delle infrastrutture esistenti sui quadranti dove verranno posizionati gli impianti”.
Al di là dei rilievi mossi dall’assessorato capitolino ai lavori pubblici, Gualtieri dovrà fare i conti anche con le proteste che arrivano dai territori.
Contro l’opzione di Cesano, si era già espresso il parlamentino del municipio XV, il territorio governato dal minisindaco Daniele Torquati.
Ma anche l’intervento previsto nel municipio XV, a poca distanza dalla Valle Galeria, deve incassare la contrarietà dei comitati di zona.
E non solo dei comitati.
Le criticità legate a Casal Selce
Durante la commissione capitolina, Sabrina Giuseppetti, presidente del municipio XIV, ha ricordato che “la zona soffre la vicinanza con Malagrotta, è molto scarica di infrastrutture viarie adeguate, perché via di Casal Selce è poco più larga di una strada di campagna e infine non c’è un’urbanizzazione primaria adeguata: mancano le fogne, la rete idrica e del gas.
Non si può dire che l’insediamento lì di un impianto industriale non avrà un impatto negativo.
Se invece saremo così bravi da portare tutte le infrastrutture di cui parlavo, facendo le opere di urbanizzazione primaria che accompagneranno il biodigestore parleremmo di uno scenario diverso”.
Uno scenario che comunque non è immune dalle critiche, perché “la zona di Casal Selce – ha ribadito la Giuseppetti – con le sue carenze potrebbe mettere in difficoltà la realizzazione stessa dell’impianto”.
Un modo diverso per esprimere la contrarietà verso un’operazione che mette in imbarazzo chi amministra un territorio, a pochi passi da Malagrotta, dove anche gli attivisti democratici dichiarano, apertamente, la propria opposizione al progetto del biodigestore.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 12 ottobre 2022 sul sito online “Roma Today”)