È partito da lontano e risale all’anno 2000 il lavoro che sto ancora svolgendo su una riforma dei cartelloni pubblicitari che vada a vantaggio della intera città di Roma (in termini di ripristino del decoro che spetta alla capitale) e dei suoi cittadini (in termini di servizi che sono riuscito a strappare per loro, dal Bike Sharing agli elementi di arredo urbano).
In quell’anno ho iniziato la battaglia contro i cartelloni di mt. 6 x 3 installati nel Parco di Veio, denunciandoli ad uno ad uno e riuscendo alla fine a farli rimuovere tutti.
Questo mio lavoro è stato ripreso a dicembre del 2009 con una conferenza stampa tenuta presso la sezione romana di Italia Nostra: è stato poi esteso all’intera città di Roma assieme agli amici poi diventati della associazione Basta Cartelloni-Francesco Fiori, con cui il 3 maggio del 2013 abbiamo presentato al pubblico una proposta unitaria di modifiche ed integrazioni al PRIP voluto dall’assessore Davide Bordoni e licenziato dalla Giunta di Alemanno da me studiate e coordinate.
Esclusivamente da solo ho invece studiato ognuna delle 14 tavole di zonizzazione e tipi stradali del PRIP rilevando una moltitudine di errori materiali, che poi la S.p.A. “Aequa Roma” ha corretto d’ufficio abbassando la superficie espositiva complessiva da 162.500 mq. agli attuali 138.000 mq. (ben 24.500 mq. in meno, pari al 13,6 % !)
Dopo le elezioni comunali e il subentro dell’Assessore Marta Leonori all’Assessore Davide Bordoni, ho partecipato sempre con Basta Cartelloni-Francesco Fiori al percorso di partecipazione al PRIP che è durato sei inutili mesi, ma che mi ha visto partecipare per lo più da solo a tutte le numerose sedute (tranne una) della Commissione Commercio presieduta da Orlando Corsetti, di cui ho sempre fatto il resoconto a mò di verbalizzazione in articoli pubblicati sul sito www.vasroma.it.
Dopo che la Giunta Capitolina ha licenziato la proposta di deliberazione n. 59 (relativa alla normativa di attuazione del PRIP) e la proposta di deliberazione n. 61 (relativa alle modifiche ed integrazioni al regolamento di Pubblicità), l’esame del PRIP sfornato mi ha portato alla conclusione che si trattava dello stesso PRIP di Alemanno con la sola differenza di aver trasformato il suo schema normativo in normativa tecnica di attuazione.
D’intesa stavolta anche con Cittadinanattiva sono riuscito a far fare propri da ben tre Consigli Municipali gli emendamenti da noi proposti, a cui hanno subordinato il loro parere favorevole al PRIP.
Il primo successo concreto, ma ancora teorico, è venuto dalle controdeduzioni approvate dalla Giunta Capitolina il 25 giugno 2014, che hanno accolto molti degli emendamenti da me personalmente studiati e predisposti, portando il PRIP ad un alto livello qualitativo proprio sul “modello Parigi” a cui il Sindaco Ignazio Marino aveva detto di volersi ispirare.
Sono riuscito a far ripresentare entro il termine ultimativo del 16 luglio 2014 gli emendamenti non accolti dal Movimento 5 Stelle, dalla lista Alfio Marchini e dal cons. Athos De Luca, mentre dal lunedì 14 luglio era iniziata la sfilza di sedute dell’Assemblea Capitolina per approvare le 19 deliberazioni propedeutiche al bilancio, con la n. 59 e la n. 61 messe volutamente e poi votate come ultime, prima del bilancio vero e proprio: sono state 11 sedute a cui ho partecipato personalmente (ad eccezione di due perché svolte a porte chiuse ermeticamente) per consegnare a mano a ben 46 dei 48 consiglieri una copia del parere sul PRIP della Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale che mi ha consentito per l’occasione di parlare con tutti aprendo un confronto che a lungo andare ha contribuito anch’esso a dare i frutti poi raccolti concretamente il pomeriggio del 30 aprile 2014.
Parere sul PRIP dellì’Agenzia di Roma
Nei giorni di “bivacco” in aula Giulio Cesare ho avuto modo di parlare con quasi tutti i consiglieri, sia di maggioranza (ed in particolare con Fabrizio Panecaldo in quanto coordinatore della maggioranza) che di opposizione ed in particolare con Sveva Belviso e Davide Bordoni, trasmettendo a tutti per posta elettronica una mia proposta dell’unica soluzione “politica” possibile, dignitosa per entrambe le parti.
Fabrizio Panecaldo
Sveva Belviso e Davide Bordoni
La strategia da me sempre ideata per primo ed organizzata poi e messa in atto con gli amici di Basta Cartelloni è andata in crescendo arrivando a trasmettere una lettera aperta all’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Ho raggiunto il culmine con un presidio in aula Giulio Cesare di lunedì 28 luglio 2014 indossando in 20 una maglietta rossa con la scritta in bianco sia davanti che dietro “Roma vuole il PRIP della Leonori”.
Quel giorno l’assessore Leonori è scesa presso di noi ed ha ritirato la maglietta di cui le abbiamo fatto omaggio.
La finalità dichiarata è stata quella di combattere apertamente la “premialità” da riconoscere a non meglio individuare ditte “virtuose” portata avanti ostinatamente dal Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti, benché ritenuta illecita dall’Avvocatura Comunale e da lui stesso riconosciuta come tale, oltre che non voluta dall’associazione di categoria AIPE e dalla ditta SCI.
Orlando Corsetti
Per far perdere la voglia a Corsetti di mandare avanti un emendamento del genere che rischiava di far annullare l’intero PRIP, sabato 19 luglio 2014 ho partecipato di persona ad un convegno organizzato nell’ambito del festival dell’Unità alla presenza sia sua che dell’Assessore Leonori, mettendo in risalto davanti al pubblico presente che non stava facendo nemmeno gli interessi delle ditte che voleva a tutti costi premiare, perché stava di fatto puntando a far bocciare il PRIP.
La concomitanza da un lato della lettera trasmessa al Presidente del Consiglio e dall’altro lato della votazione sui camion bar, che aveva fatto scandalo, nonché dell’annuncio del nostro presidio anticipato da “Il Messaggero”, ha spinto il Sindaco Marino ad intervenire di persona avocando a sé ed all’Assessore Leonori il compito di cercare una possibile mediazione con l’opposizione di centro destra che alla fine era data per certa al 17,5 % degli impianti di proprietà comunale (SPQR) da dare in qualche modo non ancora definito alle ditte “virtuose” al di fuori dei bandi di gara.
Ho scritto allora per posta elettronica a tutti i consiglieri di maggioranza un messaggio che esprimeva tutte le mie perplessità sulla mediazione e la perdita totale della qualità del PRIP se non si fosse permesso il bando del Bike Sharing approvando l’emendamento che ero riuscito a far presentare alla lista Alfio Marchini, ma grazie all’interessamento personale del cons. Alessandro Onorato, con cui chiedevo di introdurre i due formati standard europei di mt. 1,20 x 1,80 (anche nella sola Città Storica, ma non nel Centro Storico) e di mt. 3,20 x 2,40 (solo al di fuori grosso modo del raccordo anulare) per finanziare al meglio esclusivamente gli elementi di arredo urbano.
Alessandro Onorato
La mattina del 30 luglio 2014 mattina ero nuovamente in aula Giulio Cesare dove sono venuto a sapere da Davide Bordoni che la mediazione non si era ancora conclusa e che il 17,5% sarebbe stato caso mai assegnato con un bando di gara, come poi è stato e per di più aperto a tutti e non riservato esclusivamente alle ditte “virtuose” del riordino”, a cui sarà tutt’al più una certa priorità tutta da definire.
Nella stessa mattinata sono venuto a sapere dallo stesso Orlando Corsetti che erano state rimesse le paline con orologio nel centro storico, da cui erano state eliminate invece in sede di controdeduzione: ne ho avuto conferma dallo stesso Assessore Leonori che mi ha giustificato come introduzione di “elemento di arredo urbano” questo più che evidente rinnegamento (poi riconosciuto con prezzo da pagare per ottenere la mediazione).
Sono tornato a casa per la pausa pranzo con la netta sensazione che la mediazione stesse producendo un autentico aborto: ho allora preso l’iniziativa di scrivere personalmente all’assessore Leonori ad al capo della sua Segreteria Avv. Leslie Francesco Capone un messaggio di posta elettronica dal seguente titolo “I frutti marci di una mediazione che una maggioranza coesa non avrebbe mai dovuto nemmeno iniziare”: pretendevo che se fosse andato tutto storto mi restituisse la maglietta di cui le avevamo fatto omaggio, perché l’aborto che sembrava che stesse venendo fuori non era più il PRIP della Leonori in quanto rinnegava la possibilità di realizzare il modello Parigi a Roma.
Il messaggio si chiudeva nel seguente modo: “La prego vivamente di dimostrarmi con i fatti oggi pomeriggio che mi sbaglio di brutto e che non ho buttato al vento mesi e mesi di appassionato e costante lavoro svolto sempre e soltanto nell’interesse della città di Roma e dei suoi cittadini.”
Nel corso del dibattito che si è svolto quel pomeriggio in aula Giulio Cesare ho chiesto ed ottenuto di parlare con l’allora capogruppo del Movimento 5 Stelle Marcello De Vito , per invitarlo a non votare contro l’approvazione della delibera per pura forma, sul becero presupposto di stare sempre e comunque all’opposizione, ma di far esprimere all’intero gruppo capitolino (formato all’epoca anche dai consiglieri Virginia Raggi, Daniele Frongia ed Enrico Stefano) un voto favorevole (come poi è stato) solo e soltanto se convinti di un provvedimento che andava vantaggio della capitale e dei suoi cittadini.
Marcello De Vito
Nel pomeriggio del 30 luglio 2014 l’Assessore Marta Leonori mi ha dato la dimostrazione che le avevo chiesto con i seguenti importantissimi fatti.
Proposta di deliberazione n. 59
– Normativa Tecnica di Attuazione del PRIP –
La Giunta ha presentato un suo emendamento al 2° paragrafo dell’art. 21 della Normativa Tecnica di Attuazione che testualmente recitava: “In ciascun ambito territoriale non meno del 40% della predetta superficie espositiva è riservata a impianti di proprietà di Roma Capitale affidati in concessione.”
L’emendamento della Giunta chiede di sostituire le parole “non meno del 40%” con le parole “il 29%”, per cui il testo ufficiale è ora diventato il seguente: “In ciascun ambito territoriale il 29% della predetta superficie espositiva è riservata a impianti di proprietà di Roma Capitale affidati in concessione”.
Ne deriva che il 29% è equivalente al 17,5% dei 138.000 mq. complessivi, vale a dire a 24.150 mq. totali.
È stato approvato l’emendamento n. 5 del Movimento 5 Stelle alla normativa tecnica di attuazione del PRIP che all’art. 15 dedicato alla sottozona B1 (centro storico) chiedeva di inserire prima delle parole “destinati esclusivamente a comunicazioni di tipo istituzionale” le parole “a muro” ed aggiungere alla fine del punto il seguente inciso:
“per una superficie pari ad almeno il 40% della superficie pubblicitaria complessiva della sottozona) nonché a seguire il seguente sottopunto:
“2.A – Impianto di pubblica utilità -formato 120 x 180;“.
SIGNIFICA CHE NEL CENTRO STORICO È STATA DATA LA POSSIBILITÀ DI INSTALLARE IL MODELLO STANDARD EUROPEO DA MT. 1,20 x 1,80 PER FINANZIARE IL BIKE SHARING ANCHE NELLA SOTTOZONA B1.
La stessa possibilità è stata data in generale in tutte e tre le sottozone perché è stato approvato anche l’emendamento della lista Marchini n. 437 che introduce tutti e due i formati standard europei “CONSENTITI ESCLUSIVAMENTE PER SERVIZI E IMPIANTI DI PUBBLICA UTILITÀ”.
Alle dichiarazioni di voto il cons. Enrico Stefàno a nome dell’intero gruppo ha dichiarato di dare parere favorevole, mentre il cons. Alessandro Onorato a nome della lista Alfio Marchini ha fatto sapere di dare un voto di astensione.
L’esito del voto con cui è stata approvata a grande maggioranza la proposta di deliberazione n. 59, cioè il PRIP è stato il seguente:
– 31 voti a favore
– 2 contrari
– 3 astenuti.
Si tratta di un risultato che considero tuttora gigantesco e che comunque entrerà a far parte della storia buona della città di Roma: me ne considero orgoglioso per la quota parte di contributo che ho dato per raggiungere questo importante traguardo.
Ho voluto baciare personalmente sul viso l’Assessore Leonori e farmi mettere una sua firma autografa sulla maglietta rossa che ho indossato anche il pomeriggio del 30 luglio 2014.