L’orsa JJ4 non sarà abbattuta.
Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo regionale di Trento confermando la sospensione dell’ordinanza provinciale scattata dopo l’incidente dello scorso 22 giugno sul monte Peller in Trentino, dove sono rimasti feriti feriti padre e figlio durante una camminata.
L’aggressione, sostengono i giudici del Tar, “non è imputabile al comportamento problematico di un singolo orso, bensì ad un più ampio problema di gestione della convivenza con gli esseri umani“.
Anche se la pronuncia definitiva del tribunale è attesa per il 22 ottobre, si tratta di una sentenza storica, un’importante vittoria contro chi sostiene il possibile uso dell’abbattimento per risolvere la questione degli orsi che, specialmente nelle zone montane, predano animali da pascolo e fanno incursioni nelle fattorie, arrecando danni ad allevatori ed agricoltori.
Nel caso di JJ4, anche detta “Gaia”, madre di tre cuccioli, dopo l’aggressione sul Peller a due escursionisti una serie di associazioni ambientaliste e animaliste si era schierata in sua difesa raccogliendo oltre 100 mila firme con una petizione per evitarne l’uccisione e la cattura.
Lo scorso 10 luglio gli ambientalisti avevano ottenuto un primo decreto cautelare urgente di sospensiva del possibile abbattimento, ora confermato dalla nuova sentenza.
La questione della gestione degli orsi, soprattutto in Trentino, sta diventando sempre più sentito dalla giunta di Maurizio Fugatti, leghista a capo della Provincia Autonoma di Trento che recentemente ha visto riscappare, dal recinto del Casteller, l’orso M49 ormai noto a tutti come Papillon per le sue frequenti fughe.
Un anno dopo essere stato catturato (e riacciuffato), M49 solo pochi giorni fa è nuovamente fuggito abbattendo la rete della struttura dove era rinchiuso.
Mentre l’animale (dotato di radiocollare) è ancora libero ed è stato avvistato e seguito dai forestali sulla Marzola, soltanto ieri un altro orso è stato catturato e dotato di sistema Gps prima di essere rilasciato.
Per capire di chi si tratta (potrebbe essere anche la stessa JJ4), bisognerà attendere i test del DNA.
Intanto, per questa nuova sentenza storica che mette a tacere in parte le polemiche relative alla caccia agli orsi considerati pericolosi, gli ambientalisti esultano.
“Siamo felicissimi! Per ora, e fino alla udienza di merito, nessuno potrà torcere un pelo a JJ4 che, se accompagnata dai suoi cuccioli, potrà continuare a fare la mamma crescendo i suoi piccoli senza il rischio di essere fucilata per soddisfare interessi politici che nulla hanno a che fare con la sicurezza pubblica“, dichiarano una serie di associazioni (Lac, Lav, Lipu, Lndc e Wwf) che avevano impugnato l’ordinanza provinciale grazie al lavoro dell’avvocato Claudio Linzola.
Dopo l’aggressione avvenuta sul Peller, nonostante padre e figlio scongiurarono per primi la necessità di un abbattimento, invitando a lasciare libero l’orso, iniziarono le operazioni di cattura in base alla prima ordinanza firmata dal presidente Fugatti.
In teoria, per JJ4 dovevano scattare le stesse procedure che videro l’abbattimento dell’orso Kj2 nel 2017 dopo l’aggressione a un uomo.
Lo stesso Fugatti specificò che “la gestione degli orsi sul nostro territorio inizia ad essere difficoltosa per il numero di esemplari presenti“.
Ora però, grazie alla nuova decisione del tribunale, Gaia non potrà essere toccata.
Come ha detto Domenico Aiello, legale del Wwf, “c’è grandissimo entusiasmo per questa decisione.
La Provincia a questo punto è invitata a dialogare con le associazioni animaliste e ambientaliste per trovare le corrette soluzioni per quanto riguarda la convivenza tra uomo e grandi carnivori“.
(Articolo di Giacomo Talignani, pubblicato con questo titolo il 30 luglio 2020 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)