Chi guarda alle auto elettriche con la speranza che l’impatto del traffico sull’ambiente venga significativamente ridotto, guarda nella direzione sbagliata.
Il numero delle quattro ruote elettriche in circolazione sulle strade è così esiguo da non giocare nessun ruolo nella riduzione delle emissioni.
Il veicolo a batteria già prodotto e venduto in milioni di esemplari – e dunque in grado di fare la differenza anche nell’ambito della tutela della natura – è invece la bicicletta elettrica.
Nel 2019 ne sono state vendute 3,4 milioni di unità e le previsioni (pre-coronavirus) parlavano di altri 4,5 milioni di e-bike vendute nel 2020.
Quale sarà il bilancio al 31 dicembre è oggi impossibile dirlo, perché se da una parte la crisi scatenata dal Covid ha rallentato la produzione e la commercializzazione, adesso che si sta lentamente tornando alla normalità i consumatori si stanno precipitando nei negozi per assicurarsi l’unico mezzo di trasporto che può garantire loro spostamenti rapidi e sicuri in città.
Il numero di biciclette elettriche vendute è solo uno degli aspetti di eccellenza della bike economy, un settore che, nonostante sia estremamente vasto, viene raramente preso in considerazione e addirittura considerato tale.
Le cose sembrano però cambiare velocemente perché anche le istituzioni si sono rese conto dei vantaggi che possono arrivare da questo comparto in termini di sviluppo sostenibile, posti di lavoro, riduzione del traffico e miglioramento della salute dei cittadini.
Secondo i dati del Bikeconomy Forum il giro d’affari europeo di questo settore vale ben 500 miliardi di euro, una cifra a cui si arriva sommando i ricavi di tutta la filiera che va dalla produzione di biciclette fino al cicloturismo, passando per la tecnologia, la tutela dell’ambiente e la salute.
In Italia vengono prodotte oltre 2,3 milioni di bici, con un giro d’affari di 488 milioni di euro (davanti c’è solo la Germania con 2,45 milioni di unità), cui si aggiungono 483 milioni da vendite di parti e accessori e 190 milioni per riparazioni.
Per Conebi (Confederation of the European Bicycle Industry) in tutta Europa si vendono circa 20 milioni di biciclette, di cui 12.666 milioni prodotte da un comparto che genera direttamente e indirettamente più di 90 mila posti di lavoro.
Uno dei comparti più promettenti è il cicloturismo, che quest’estate riceverà un notevole impulso dal fatto che molti cittadini europei trascorreranno le vacanze all’interno dei confini nazionali (o al massimo continentali).
Secondo alcune stime il suo valore è di circa 50 miliardi di euro all’anno, generato da 2,3 miliardi di escursioni cicloturistiche, di cui 20 milioni i viaggi in bici che comportano almeno un pernottamento.
Alla fine di quest’anno sarà però molto interessante aggiornare il bilancio.
(Articolo di Marco Frojo, pubblicato con questo titolo l’8 giugno 2020 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)